Viaggio nel Palazzo Reale di Torino | 4

Don Chisciotte a Torino e gli arazzi della collezione

Manifattura di Beauvais, La danza presso i Cinesi, Palazzo Reale di Torino (© MiBACT - Musei Reali, Palazzo Reale, foto Studio Gonella)
Lorenza Santa |  | TORINO

La lettura consapevole e attenta di un’opera d’arte consente un viaggio nel tempo, coinvolgendo discipline differenti e facendoci spesso anche un po’ sognare. Per il visitatore medio di un museo questa può diventare una piccola scoperta, e magari anche una piacevole esperienza formativa, accostandosi con maggiore consapevolezza alle opere talvolta intraviste sommariamente e di fretta.

Fra i tanti manufatti, gli arazzi consentono, ad esempio, di intrecciare ambiti differenti: l’analisi iconografica, lo studio storico sulla manifattura e provenienza, la tecnica esecutiva. La ricca collezione del Palazzo Reale di Torino si presta bene a questo scopo.

Alle pareti della Sala da Ballo dei Principi di Piemonte al secondo piano sono esposti, ad esempio, quattro grandi arazzi tessuti ad alto liccio sotto la direzione di Michel Audran nella manifattura reale dei Gobelins, su modello di Charles-Antoine Coypel (1746-48).

Il tema raffigurato è quello letterario e spassoso, tratto dal Don Chisciotte, le cui storie vennero riprodotte in più edizioni dalla prestigiosa manifattura francese per il grande successo riscosso nelle corti europee.

I panni in lana e seta policroma fanno parte di una serie di dodici arazzi, in buona parte esposta nelle altre sale dell’Appartamento. Acquistati dal duca Filippo di Borbone e provenienti dalle collezioni ducali parmensi, gli arazzi giunsero a Torino dopo l’unificazione italiana, nell’ambito delle dismissioni delle residenze degli Stati preunitari.

L’elevata qualità artistica consente di immergersi appieno nell’incredibile racconto di Miguel de Cervantes. Il riquadro centrale illustra una scena del romanzo spagnolo, accompagnata da una didascalia esplicativa sulle varie avventure rocambolesche del celebre cavaliere della Mancia, di Sancio Panza e di Dulcinea.

Fastoso e strabiliante è poi l’«alentour», l’esuberante cornice ornamentale disposta intorno alla scena centrale. La decorazione è dispiegata con grande fantasia, disponendo ghirlande di fiori, putti, trofei di armi e molti animali, ricollegabili questi con la storia o riferibili ad allegorie (pavoni, cani, scimmie, pecore, uccelli).

Il gusto collezionistico dei Savoia consente così di intrecciare l’arte e la storia di questa famosa e fortunata serie con uno dei grandi capolavori della letteratura spagnola.

La serie fa parte, inoltre, della straordinaria collezione di arazzi conservati in Palazzo Reale, in parte visibili nel percorso di visita e in parte in deposito. I panni tessuti dalle migliori manifatture europee si accumularono nei secoli tramite acquisti e doti di principesse andate in sposa ai Savoia.

È il caso delle «Storie di Diana», provenienti dal patrimonio di Maria di Borbone Soissons moglie di Tommaso di Savoia Carignano, tessute dall’arazziere Philippe de Maecht a Parigi su cartoni di Toussaint Dubreuil (1619).

Fra gli esemplari seicenteschi tessuti a Bruxelles ispirati ai disegni preparatori di Pieter Paul Rubens, vi sono le «Storie di Achille» (arazziere Jan Van Leefdael), ordinati da Carlo Emanuele II per le nozze con Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, e la serie sui «Trionfi dell’Eucarestia» (arazziere Francesco Van der Hecke).

Al Settecento risale poi il consistente nucleo di cartoni preparatori e panni tessuti dalla Regia manifattura di Torino diretta dal pittore di corte Claudio Francesco Beaumont. Agli arazzieri Vittorio e Francesco Demignot, Antonio Bruno e Antonio Dini si devono le «Storie di Alessandro, Giulio Cesare, Pirro e Annibale.

A fianco dei soggetti storici tratti dall’antichità greca e romana, non manca il gusto per il paesaggio rurale, rappresentato dalle «Boscarecce», scene campestri tessute da F. Demignot su cartone di Vittorio Amedeo Cignaroli.

Il napoletano Francesco De Mura fornì, inoltre, i bozzetti per le «Storie di Enea», tessute sempre a Torino dal 1771. A impreziosire ulteriormente la collezione, concorsero gli arazzi provenienti dalle Regge italiane incamerate dopo il 1861. Oltre al «Don Chisciotte», dalle regge parmensi arrivò anche la serie delle «Usanze Cinesi», con il gusto esotico per il mondo orientale celebrato dalla manifattura francese di Beauvais su bozzetti di François Boucher (arazzieri Nicolas Besnier e Jean Baptiste Oudry, 1748-50), ulteriore vanto per le collezioni d’arte torinesi.

VIAGGIO NEL PALAZZO REALE DI TORINO
Testi di Lorenza Santa, curatrice delle Collezioni

Presentazione: da residenza di corte a fulcro dei Musei reali
1. Il Gabinetto delle Miniature
2. Il Settecento piemontese nell’Appartamento dei Principi Forestieri
3. Stanze private e moderni comfort. I bagni dei Savoia
4. Don Chisciotte a Torino e gli arazzi della collezione
5. Le stanze di Madama Felicita

© Riproduzione riservata Manifattura di Gobelins, Sancho si sveglia e si dispera di non trovare più l'asino, Palazzo Reale di Torino (© MiBACT - Musei Reali, Palazzo Reale) Palazzo Reale di Torino, Sala da Ballo, Appartamento dei Principi di Piemonte (© MiBACT - Musei Reali, Palazzo Reale) Manifattura di Gobelins, Don Chisciotte è servito dalle damigelle della Duchessa, Palazzo Reale di Torino (© MiBACT - Musei Reali, Palazzo Reale)
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