Piffetti a scuola da Lebrun

Uno studio sull’apprendistato e gli esordi professionali del sommo ebanista

Dettaglio di un mobile di Piffetti del Palazzo reale di Torino
Franco Monetti |

Da tempo, unitamente ad Alvar González-Palacios, abbiamo auspicato che fossero aperti canali di studio sull’attività giovanile di Piffetti a Roma. Erano stati infatti ritrovati a Torino documenti fondamentali (testamenti) che certificavano una lunga attività del più importante ebanista europeo del Settecento nell’Urbe.

Qualcuno ci aveva anche provato, senza alcun risultato: saper cercare non è un dono riservato a tutti. Ci è riuscito ora il giovane, documentato studioso, restauratore e architetto Claudio Cagliero, che fra Lucca, Firenze, Pisa e Roma, ha finalmente ritrovato il filo della prima attività di Piffetti e il nome del suo maestro con un libro destinato a divenire fondamentale per l’apprendistato e gli esordi professionali del sommo ebanista.

Il suo maestro è stato individuato in Riccardo Bruni, ovvero Richard Lebrun, grande ebanista francese attivo a Roma con una scuola che comprendeva anche quel Pierre Daneau, a cui Palacios aveva già fatto riferimento per il Piffetti. Gli esempi proposti da Cagliero sono di assoluta evidenza e aprono strade nuove sugli intrecci fra l’ebanisteria italiana e quella europea del primo Settecento.

La formazione giovanile di Pietro Piffetti, Regio Ebanista alla corte dei Savoia, di Claudio Cagliero, 214 pp., ill. col, e b/n, Herver editore, Ivrea 2020, € 35

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