Carla Accardi prima in astrazione

Al Museo del Novecento una settantina di opere (dipinti, plastiche, installazioni) dell'artista

Carla Accardi nel suo studio di Roma, 1974 ca. Foto di Maria Grazia Chinese. Archivio Accardi Sanfilippo, Roma. © Carla Accardi, by SIAE 2020
Ada Masoero |  | MILANO

È stata una delle figure più importanti dell’arte italiana del secondo ’900 e del primo scorcio del nuovo secolo, eppure a Carla Accardi (Trapani, 1924-Roma, 2014) nessuna istituzione pubblica aveva più dedicato, dopo la scomparsa, una mostra monografica capace di rileggere a fondo quell’attitudine sperimentale e quella coerenza della ricerca che l’hanno condotta a diventare la prima astrattista italiana riconosciuta sul piano internazionale.

È il Museo del Novecento a dedicarle (con Electa), dal 9 ottobre al 27 giugno 2021, la mostra «Carla Accardi. Contesti», curata da Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo con Giorgia Gastaldon, per il palinsesto di Milano-Cultura «I talenti delle donne».

Circa 70 le opere in mostra, tra dipinti, plastiche (gli iconici, sperimentali sicofoil) e installazioni, accompagnate da numerosi documenti dell’Archivio Accardi Sanfilippo (intanto a Marsala è in corso la mostra sui due artisti, compagni di vita): materiali che consentono una lettura inedita del suo lavoro, più legata al contesto storico e culturale in cui operò.

Il percorso la segue dall’esordio, subito dopo la guerra, nel Gruppo Forma 1 (unica donna) alle «Strutture» brulicanti di segni degli anni Cinquanta; dalle riflessioni analitiche sui colori dei primi anni Sessanta alle plastiche e installazioni, di poco successive. Tocca poi alla ricerca concettuale dei Settanta (gli anni della militanza nel femminismo) e al ritorno alla pittura, nel segno di Matisse, degli anni Ottanta, fino alle ultime ricerche, già nel nuovo millennio.

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