I fuochi d'artificio di Luca Giordano al Petit Palais

Tra i capolavori in mostra, il San Michele Arcangelo dell’Ascensione a Chiaia e gli autoritratti

Luca Giordano, «Venere, amore e satiro», 1670 ca
Maria Cristina Terzaghi |

Parigi. Ci sono esposizioni che si dipanano lentamente sul filo di un racconto, e altre che preferiscono i fuochi di artificio. Sarà perché di Napoli si parla, ma mi pare si debba essere molto grati a Stefano Causa, curatore dell’esposizione «Luca Giordano. Le triomphe de la peinture napolitaine» (a Parigi, Petit Palais, dal 14 novembre al 23 febbraio), per aver scelto la seconda via, facendo precipitare da subito lo spettatore nel crepitio della miglior pittura giordanesca, un’esplosione felice, un inno, di quelli che forse solo Tiepolo saprà orchestrare.

Sì, perché Giordano, non a caso soprannominato «Luca fa presto», è in grado di dipingere metri quadri di superfici senza lasciar trasparire il benché minimo sforzo. A rappresentare quest’ora felice è stato scelto un pugno di capolavori, uno su tutti il San Michele Arcangelo dell’Ascensione a Chiaia, che, messo in rapporto con la
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Maria Cristina Terzaghi