Lei non si preoccupy: anche questa è arte

Julia Michalska |

La Biennale di Berlino del 2012, una delle più importanti rassegne sull’«arte attivista» degli ultimi anni, non era stata accolta con particolare favore. La mostra, organizzata da Artur Zmijewski, era stata criticata da più parti per aver invitato i protestanti a «occupare» il KW Institute for Contemporary Art di Berlino, una scelta che molti hanno tacciato di voler essere una spettacolarizzazione dei conflitti sociali. Oggi, il Zentrum für Kunst und Medientechnologie (ZKM) di Karlsruhe torna ad affrontare l’argomento con «Global Activism», una mostra aperta dal 14 dicembre al 30 marzo 2014 e curata dal direttore del museo Peter Weibel. A differenza della politica, l’attivismo «non riguarda l’ambito tradizionale dell’arte, dichiara Weibel. Non crea un prodotto che si possa vendere o esporre facilmente in gallerie e musei». L’attivismo vive di documenti, blog, video, riviste. Così, la
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