Jean Clair: l'irrimediabile divorzio tra arte e scienza

Jean Clair |

La mia prima emozione che potessi qualificare come artistica la provai in un museo scientifico: al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi, davanti ai piccoli strumenti di vetro e di rame che Lavoisier utilizzava nel suo laboratorio. Si trattava di arte? Il nome del museo lo asseriva: Conservatorio delle Arti e dei Mestieri. Ora non si chiama più così, ma è intitolato «Museo delle tecniche».
Solo più tardi ho ritrovato lo stesso piacere in un museo detto «delle Belle Arti», mi pare fosse davanti alla Madonna del cancelliere Rolin, al Louvre, la cui precisione ottica mi incantava.
E solo più tardi ancora compresi che gli oggetti della scienza erano a volte delle opere d’arte, e che le opere d’arte erano spesso oggetti scientifici. L’estetica a volte poteva essere un’euristica.
La più bella dimostrazione di questa equazione l’ha fatta Claude Lévi-Strauss, a proposito di un ritratto di
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