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- Lidia Panzeri
- 12 aprile 2017
- 00’minuti di lettura


Le trame di Franchetti alla Ca’ d’Oro
- Lidia Panzeri
- 12 aprile 2017
- 00’minuti di lettura
Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliFino al 23 luglio, nella Galleria Giorgio Franchetti della Ca’ d’Oro, sono protagonisti i tappeti, riscoperti, dopo decenni di oblio, quale parte integrante del patrimonio artistico. Si tratta di quindici esemplari, databili tra il XIV e il XV secolo (uno di produzione veneziana, gli altri turchi e persiani) e parte di uno dei lasciti di Giorgio Franchetti che, probabilmente, li aveva acquistati da antiquari di Monaco di Baviera, come sostiene la direttrice della Ca’ d’Oro, Claudia Cremonini. Per l’occasione vengono «esaltati» da un prestito eccezionale di altri preziosi esemplari della collezione Zaleski e confluiscono nella mostra «Serenissime trame» (catalogo Marsilio), iniziativa del Polo Museale del Veneto insieme alla Fondazione Tassara di Brescia, a cui è stata recentemente donata la collezione, e a cura di Claudia Cremonini, di Moshe Tabibnia, punto di riferimento imprescindibile in questo settore, e Giovanni Valagussa dell’Accademia Carrara di Bergamo.
I tappeti di maggior pregio sono collocati nella sala degli arazzi, compresi i tre restaurati della Ca’ d’Oro che entreranno a far parte della collezione permanente. Il più grande per dimensione (oltre cinque metri di larghezza), sempre di provenienza Franchetti, si confronta con la sala dei dipinti fiamminghi, con i quali condivide più di uno spunto decorativo. Gli altri, nel portego, sono messi in relazione con i dipinti coevi, nei quali questo soggetto è raffigurato. In particolare sono, per una volta, riuniti due quadri di Vittore Carpaccio: «La visitazione» del 1504 della Ca’ d’Oro e la quasi coeva «Nascita di Maria» (1502-04) da Bergamo. A completare il raffronto con l’iconografia dell’epoca, la pala con «La Madonna del tappeto» di Vincenzo Foppa da Brera e «La Madonna con l’ombrello» di Girolamo dai Libri del 1530, dal Museo Castelvecchio di Verona.