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- Jenny Dogliani
- 04 novembre 2016
- 00’minuti di lettura


Il (dolce) tormento di un animo gentile
- Jenny Dogliani
- 04 novembre 2016
- 00’minuti di lettura

Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliArtista schivo e sensibile poco incline alla ricerca del bello, appassionato di Francis Bacon cui vagamente s’ispira, il ventiduenne torinese Lorenzo Barberis ha elaborato un personalissimo linguaggio figurativo in cui sembrano precipitare tutte le forme delle avanguardie moderne, da Modigliani a Picasso a Kounellis. Suoi dipinti e sculture sono esposti dal 5 al 19 novembre nella galleria AccorsiArte in un percorso curato da Daniela Accorsi e Massimo Canato. Il suo gesto nasce dal tormento di un animo gentile, dalla ricerca di una verità pittorica ed esistenziale più volte messa in crisi dal mondo contemporaneo.
Tra i soggetti ricorrenti, dipinti con pastelli e acrilici su cartone e su tela, o scolpiti, le teste di personaggi chiamati a rompere equilibrio e simmetria di composizioni attentamente calibrate, spesso accompagnati da vettori che indicano direzioni oblique, pulsioni inconsce che tentano di venire allo scoperto. «Personaggi spesso torturati e mortificati in trappole e gabbie carcerarie rispondono muti e dignitosi, fonte di espiazione della profonda e castigata personalità dell’artista. Ambigui personaggi alla finestra a seni scoperti, talvolta ignari dello spettatore, altre volte provocatori esibizionisti nell’atto di ostentare la propria stranezza» scrive Daniela Accorsi.
Insomma, quella di Barberis è una creatività multiforme e magmatica, un flusso di coscienza e conoscenza che si esprime nella manipolazione plastica del bronzo, in sculture umanoidi e aliene, in geometriche esplosioni di forme in cui il caos sembra raggiungere, almeno per un istante, uno stato di transitorio equilibrio. In concomitanza con la mostra di Lorenzo Barberis vengono esposte sculture di Giacomo Manzù tra cui «Tebe in poltrona», gli «Amanti» e un disegno.