Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

C'erano una volta sette pisani in Piemonte

Image

Redazione GDA

Leggi i suoi articoli

Tutto incominciò nel 1996 con la lettura di un libro dimenticato: La regina e il re della fava, ossia Teodolinda ed Accaccio, pubblicato nel 1867 a Torino, opera di Giovanni Maria Vignolo (1818-1902). Il libro narra le peregrinazioni in bassa Val di Susa di due «promessi sposi» in compagnia del loro parroco.

Una bizzarra storia d’amore funge da pretesto per una divagazione turistico-storica. Vignolo narra, ad un certo punto, d’esser giunto a Reano, feudo dei Dal Pozzo della Cisterna, e di avervi visitato insieme con i due sposi la nuova e bellissima chiesa parrocchiale di stile neogotico, appena costruita a spese del principe Carlo Emanuele. Nella chiesa, continua, vi sono anche antichi e preziosi quadri «ivi trasportati da Pisa». Su questo esile ponticello fra la verità e la fantasia ci siamo mossi, curiosi, ad avviare le nostre ricerche e siamo andati a vedere anche noi i «quadri pisani» piovuti come meteoriti in Piemonte.

La visita a Reano, delizioso paesino in provincia di Torino, ci ha lasciati senza fiato: nella parrocchiale di San Giorgio e nella vicina Cappella della Pietà abbiamo ritrovato infatti uno dei più importanti e significativi nuclei pittorici del Piemonte e d’Italia, i cui studi hanno poi coinvolto anche il Gabinetto dei disegni del British Museum di Londra e il Gabinetto dei Disegni degli Uffizi di Firenze. La storia della magnifica serie di dipinti tardorinascimentali toscani si intreccia in modo indissolubile con quella della celebre famiglia dei Dal Pozzo Della Cisterna, che di Reano furono feudatari fin dal 1561.

Il committente fu un banchiere fiorentino, Alessandro degli Acciaiuoli, proprietario della Tenuta di Pietrafitta di San Gimignano. Nel 1584 fece costruire su disegno del suo architetto, Bernardo Buontalenti, una grande cappella ottagonale a fianco del palazzo di Pietrafitta e per essa fece dipingere nel 1585 otto grandi tele. La banca degli Acciaiuoli nel 1594 fallì e i loro beni furono posti in vendita per ripianare i debiti. Sul complesso di Pietrafitta pose gli occhi Carlo Antonio Dal Pozzo, arcivescovo di Pisa, committente di Bernini e del Giambologna, che lo acquistò nel 1598. Alla sua morte (1607), Pietrafitta passò in eredità al nipote Amedeo Dal Pozzo, marchese di Voghera e maggiordomo di Carlo Emanuele I.

Lungo il Seicento e il Settecento i Dal Pozzo custodirono con ogni cura il loro patrimonio toscano. Nel luglio del 1782 ritennero però opportuno di far trasportare a Torino gli otto quadri che trovarono una prima sistemazione nel palazzo di Torino (attuale palazzo della Provincia): durante la permanenza in città uno dei dipinti andò perduto; dopo il 1856 furono portati a Reano: donati in parte alla nuova parrocchiale che i principi avevano fatto costruire e in parte posti nella Cappella della Pietà eletta a sepoltura di famiglia. I quadri della parrocchiale furono adattati abilmente alle strutture neogotiche della nuova chiesa, inaugurata nel 1852. Nella parrocchiale è pure presente un magnifico dipinto di Giovanni Antonio Molineri (1577-1631), mentre nella Cappella della Pietà la stupenda tomba dei Dal Pozzo venne fatta realizzare nel 1866 dal grande scultore Vincenzo Vela (1820-91) in stile neorinascimentale.

I sette toscani si trovano ancor oggi nei due distinti edifici: quattro adornano la parrocchiale e tre la vicina Cappella della Pietà, oggi restaurata dall’architetto Pia Dal Bianco e intelligentemente trasformata in un piccolo e prezioso Museo Civico voluto dal Comune di Reano. Le tele della parrocchiale rappresentano «La nascita della Vergine Maria» di Giovanni Maria Butteri (1540 ca-1606), «Il matrimonio di Maria» di Giovanni Battista Bizelli (1550 ca-1607), «La visitazione» e «L’annunciazione», entrambe di Lorenzo Vaiani detto lo Sciorina (1535 ca-98). Nella Cappella della Pietà vi sono invece «L’incoronazione di Maria» di Alessandro Allori detto il Bronzino (1535-1607), «La presentazione di Maria al Tempio» di Giovanni Maria Butteri e «La morte della Vergine» di Giovanni Battista Naldini (1537 ca-91). I dipinti di Reano furono eseguiti da alcuni fra i migliori pittori toscani presenti a Firenze alla fine del Cinquecento; artisti attivi, per la maggior parte, in una collaudata società di lavoro con Alessandro Allori, nipote del più celebre Agnolo Tori detto il Bronzino (1503-72).

Tutti i pittori presenti a Reano parteciparono a progetti prestigiosi come quello dello studiolo del duca Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio di Firenze e furono attivi per la decorazione di chiese toscane e per una vasta clientela privata formata dalle più grandi famiglie nobiliari fiorentine. Gli autori si presentano nei dipinti di Reano al meglio della loro produzione. In particolare «La natività di Maria» del Butteri e «La visitazione» del Vaiani vanno annoverate fra i capolavori di questi artisti. Tutti questi maestri denotano una diretta dipendenza stilistica da Alessandro Allori, attraverso l’elaborazione di un linguaggio sofisticato e prezioso, fatto di colori smaglianti e di squisitezze pittoriche, come nei singolari gioielli, ricami, acconciature e calzature che adornano le figure.

Il 19 aprile scorso il sindaco di Reano Celestino Torta e l’assessore alla cultura Giuseppe Morra hanno presentato il nuovo direttore del Museo Civico della Cappella della Pietà, Arabella Cifani, e la nuova esperta d’arte del Museo, Carlotta Venegoni. La comunità di Reano, conscia del suo patrimonio, vuole infatti valorizzarlo a livello internazionale dove le opere sono ben conosciute grazie alle nostre pubblicazioni sul «Burlington Magazine». Il museo sarà  inserito nel sistema Abbonamento Musei Torino Piemonte e nel giro di un anno sarà aperto e fruibile in modo regolare dai visitatori. Nel frattempo tutti i dipinti sono stati restaurati dallo studio di Lucio De Vero a Torino: un lavoro durato un decennio e iniziato sotto la direzione dell’ex parroco don Carlo Franco, oggi parroco del Duomo di Torino e direttore del Museo Diocesano di Torino.

Un viaggio a Reano non potrà riservare che una vera sorpresa: un territorio di grande bellezza con la chiesa parrocchiale adagiata in una verde e intatta valle, a fronteggiare il celebre castello che domina la costa, proprietà un tempo dei principi Dal Pozzo Della Cisterna.

Redazione GDA, 24 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

L’Associazione archeologi del Pubblico Impiego (Api-MiBact) ha inviato una nota al Ministero della Cultura e a quello della Funzione Pubblica, nonché ai membri delle Commissioni cultura di Camera e Senato, per esprimere il proprio dissenso per il bando per 75 posti nell’area dell’elevate professionalità (Ep), le cui domande di partecipazione vanno presentate entro il 26 giugno

Il premio Nobel e il direttore del Museo Egizio si sono incontrati per parlare di musei e romanzi: «Sono simili: sono i “luoghi” in cui avviene l’interpretazione del significato della nostra vita, nei quali riflettere su sé stessi»

Anche quest’anno Tag Art Night, la Notte delle Arti Contemporanee, propone un palinsesto di mostre diffuse sul territorio cittadino

Rimodulate le competenze e modificato la struttura organizzativa: dal Segretariato generale al modello dipartimentale

C'erano una volta sette pisani in Piemonte | Redazione GDA

C'erano una volta sette pisani in Piemonte | Redazione GDA