Il più grande mercante italiano del ’900

La donazione all’Italia della meravigliosa raccolta d’arte di Alessandro Contini Bonacossi ha procurato più discredito che credito ai donatori, i figli Alessandro Augusto e Vittorina. E lo Stato non ha rispettato gli impegni

Una veduta della Collezione Contini Bonacossi
Sandro Pazzi |

Nei primi cinquant’anni del Novecento i conti Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi crearono dal nulla una grande fortuna e diventarono tra i più importanti mercanti d’arte antica del Novecento. Trascorsero la vita a contatto con i protagonisti del collezionismo mondiale, perennemente in viaggio tra la vecchia Europa e la giovane America dei mecenati e degli industriali. La collezione personale dei coniugi Contini Bonacossi, quadri, sculture, oggetti d’arte minore, era considerata di valore inestimabile già nel 1939. La donazione della preziosa raccolta allo Stato diede origine a una delle vicende più discusse e tribolate del collezionismo italiano, ora raccontata da chi ne fu diretto testimone.

Nemmeno un Fiorino d’oro
In locali adiacenti alla Galleria degli Uffizi, a Firenze, sono collocate le oltre 140 opere che costituiscono la magnifica donazione Contini Bonacossi: 35 dipinti di autori come
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