Impollinazioni incrociate in una realtà complessa

Manifesta 12 nelle parole di Ippolito Pestellini Laparelli, uno dei curatori

Ippolito Pestellini Laparelli. © Manifesta, foto CAVE Studio
Micaela Deiana |  | Palermo

Quale migliore metafora del giardino per parlare di convivenza fra specie e immaginare uno spazio concettuale frutto di un processo di impollinazioni incrociate? «Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza» è il titolo di Manifesta 12, nata dallo studio urbano «Palermo Atlas», condotto dallo studio OMA-Office for Metropolitan Architecture.
Ne parla Ippolito Pestellini Laparelli, architetto e partner di OMA e creative mediator di questa edizione.

Come è stato sviluppato il progetto?
Con un modello curatoriale interdisciplinare, intrapreso insieme a tre curatori non provenienti dal mondo dell’arte contemporanea (Mirjam Varadinis, Bregtje van der Haak e Andrés Jaque). Per esplorare l’idea di coesistenza, all’interno dei flussi planetari e attraverso la lente di Palermo, abbiamo mobilitato professionisti ed esperti in diverse discipline: artisti, botanici, geografi, scrittori, filmmaker,
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