Armando con l’arte in Testa

Sculture, dipinti e disegni da Lia Rumma

Armando Testa, «Nocero umbro»
Ada Masoero |  | Milano

«Sono nato povero, ma moderno». E poi: «La sintesi per me è stata una legge di vita nei segni e nelle parole». In questi due enunciati di Armando Testa (Torino, 1917-92) è riassunta tutta la dirompente originalità del suo lavoro di grafico, di pubblicitario e, più ancora, di artista: perché l’arte era la sua vera vocazione e la fonte di tante immagini poi utilizzate in pubblicità. Prima fra tutte, la sfera e mezza del manifesto dell’aperitivo «Punt e Mes», realizzato nel 1960 per Carpano, ma ideato come scultura minimalista alla metà degli anni ’50. Non è un caso, dunque, che oggi la scultura «Uno e mezzo» (una variante monumentale si trova dal 2015 sul piazzale della stazione di Porta Susa a Torino) apra, nel salone al piano terreno, la mostra «Armando Testa. Punto e Basta», che Lia Rumma gli dedica, dal 19 aprile al primo giugno.

La retrospettiva punta su Testa artista e designer,
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