Saccheggi nazisti: braccio di ferro sulla restituzione delle «Volpi» di Franz Marc

Franz Marc, «Füchse» (part.), 1913
Francesca Petretto |

Düsseldorf (Germania). «Raubkunst» (arte rubata) è la parola chiave di questo principio di 2018 nella Germania delle mostre d'arte: ovunque infatti, nei Paesi di lingua tedesca, si ridimensiona e si riflette sulla fortuna dei musei di antica e nuova istituzione (galeotte le nuove vicende della discussa collezione Gurlitt) soprattutto sulle opere d'arte acquisite negli anni bui del nazionalsocialismo e nell'immediato dopoguerra, a danno dei loro ex proprietari ebrei. La stagione ufficiale dell'orrore e dei suoi ladrocini nel campo dell'arte durò appena 12 anni, dal 1933 al 1945; la sua particolarità però, nel mare di acquisizioni dubbie e di furti di cui è ricca la storia di tutti i nostri musei, sta proprio nella sua prossimità temporale, ovvero nella memoria che ancora respira in chi quel periodo lo sperimentò in prima persona e chiede oggi giustizia.

Il caso che più fa discutere ed appassiona in
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