«Che fortuna quando mi mandarono al reparto dei "pignatielli"»

Un'intervista inedita al generale dei Carabinieri Roberto Conforti, scomparso il 26 luglio. Dal 1991 al 2002 aveva guidato il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. «Ciò che ho sempre cercato di far capire a tutti è che il nostro patrimonio culturale non è soltanto italiano, ma appartiene all’umanità intera e che la sua tutela parte da noi perché lo Stato non ce la farebbe mai da solo»

Il generale Roberto Conforti e la Triade Capitolina, uno dei più importanti recuperi di opere d'arte messi a segno dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri che il generale ha comandato dal 1991 al 2002
Laura Sudiro |

Roma. Il 26 luglio, all'età di 79 anni, è scomparso il «generale dell'arte» Roberto Conforti. Salernitano, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche, dal 1991 al 2002 era stato comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri.
Il ricordo di Laura Sudiro, che con il generale stava lavorando a un libro su quel decennio chiave per la lotta ai furti e ai traffici di beni culturali, coronato da importanti recuperi di opere trafugate.


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Questo è un articolo che non avrei mai voluto scrivere. Roberto Conforti non c’è più. Il generale Roberto Conforti. Una vita nell’Arma e per l’Arma, comandante, dal 1991 al 2002, di quel Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Ntpc) che seppe rendere celebre nel mondo e che lo rese celebre. Il suo nome resta indissolubilmente legato all’arte. Alle razzie d’arte, in particolare. E ad alcuni leggendari recuperi, primo fra tutti quello della
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