Fortuny e Morris, vita e arte di due maestri della decorazione

Antonia Byatt mette a confronto i due poliedrici «artigiani» solo in apparenza distanti

La copertina del volume
Luca Scarlini |

Antonia Byatt nelle sue opere più note, come Possessione (1990) e Angeli e insetti (1992) analizza acutamente il mondo iconografico in cui si muovono le vicende di cui narra. Appassionata della stagione ricchissima tra Simbolismo e Modernità, che in tutta Europa venne indicato come stile «nuovo» e «moderno», oppure «giovane», la scrittrice inglese in questo volume riccamente illustrato fa i conti con due maestri della creazione, sospesi tra Natura e Cultura, tra l’immediatezza del ritrarre la vita animale e vegetale, e la capacità acutissima di rivisitazione di quei dati come meccanismo di decorazione.

Il pavone, animale totemico di quella ricchissima stagione, è simbolo araldico della creatività del maestro spagnolo Mariano Fortuny, che a Venezia trovò la perfetta dimora della propria immaginazione, celebrata da Proust nella Recherche. Altrettanto perfetta la simbiosi che William Morris seppe
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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