Broodthaers lettore-tipografo di Baudelaire

La copertina del volume
Luca Scarlini |

Nel tumulto dei sistemi di ricerca degli anni Sessanta, Marcel Broodthaers, mentre elaborava i suoi mirabili «dipartimenti», luoghi di musei immaginari, che allestiva nella sua dimora di Bruxelles, o in una galleria di Colonia, si trovò a insegnare all’Università. Nell’anno accademico 1969/1970 lo aveva chiamato Lucien Goldmann (da noi si ricorda il suo importante studio Il dio nascosto, dedicato alla visione del tragico in Pascal e Racine), a dare il suo contributo come artista a un seminario di interpretazione dell’opera di Charles Baudelaire. Il risultato era stato un incantevole libro-opera, Je hais le mouvement qui deplaces les lignes, uscito da Hossmann a Amburgo nel 1973, che oggi Mousse ripresenta in una bella edizione conforme.

Dalla lettura di una poesia, la celebre La Beauté, il maestro delle provocazioni sul testo e sulle sue risonanze (che aveva iniziato peraltro il suo percorso come
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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