Apocalisse in galleria
Torino. Dopo la grande retrospettiva allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, è ora lo Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes a riproporre sino al 22 aprile l’opera di Jean-Pierre Velly (1943-1990).
Rispetto alla mostra romana, quella attuale, curata da Vincenzo Gatti, si concentra esclusivamente sull’opera incisa, che del resto rappresentò per l’artista francese, ma dagli anni Settanta italiano d’adozione, un versante di primaria importanza. Tra gli ultimi grandi incisori capaci di esprimersi attraverso il linguaggio tradizionale del bulino (spesso abbinato all’acquaforte), Velly, rappresentato nella mostra torinese da una trentina di fogli provenienti dalla collezione Lattes, era fortemente radicato in un linguaggio di matrice nordica. Il segno e gli intrecci di Dürer e Schongauer si reincarnano in visioni apocalittiche, nelle quali il più nobile
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