Kounellis, la fine del viaggio

Jannis Kounellis
Franco Fanelli |

Roma. Jannis Kounellis è morto a Roma, la città che lo aveva adottato da quando, ventenne, vi si era trasferito dalla Grecia, dov'era nato nel 1936, per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Non se ne andava dalla Grecia classica, ma da quella bizantina della pittura di icone senza tempo, lui che pittore voleva ostinatamente esserlo e definirsi, come Masaccio e come Tiziano che spesso citava, ma appartenente a una cultura mediterranea radicata nel mito e nella tragedia che s'incarnano nella storia. Burri e Fontana, per sua stessa ammissione, esercitarono sulla sua formazione un influsso che definiva «ancestrale»: perché la materia e i simboli e la memoria di cui essa si fa portatrice sarà per sempre una delle sue Muse ispiratrici, insieme all'energia vitale (quella del fuoco) che, orchestrata in opere magistrali, come i «Cavalli» vivi esposti nel 1969 alla Galleria L'Attico di Roma, diventa essa
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