Teoria della relatività del vuoto

stefano Cagol, New Experiments on Vacua. Luftereer Raum, 2016, frame
Michela Moro |

Milano. L’idea del vuoto di Stefano Cagol (Trento, 1969) come chiave di lettura della realtà è proteiforme, anche quando è declinata attraverso il video, unico medium della mostra milanese «The Consequences of Vacua», in corso fino al 20 ottobre da  Canepaneri. Tecnologia patinata, osservazione del presente, passione per la natura e un pizzico di esoterismo si compendiano nelle diverse suggestioni che l’artista ci propone. La bandiera americana di «Stars & Stripes. Redouble, 2013» diventa altro mentre garrisce al vento; scompaiono le stelle, diventa suadente col movimento al ralenti che ci fa percepire spostamenti altrimenti impercettibili, «È la macchia di Rorschach della vuota era Trump, si connette coi nostri pensieri quotidiani», dice Cagol, che rilegge ciclicamente questo lavoro iniziato nel 2002. «È interessante notare come il lavoro sia percepito diversamente a seconda del
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© Riproduzione riservata Stefano Cagol, «Star & Stripes. Redouble», 2013, frame
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