L'ultima cavalcata di Umberto Boccioni

Nella notte tra il 16 e il 17 agosto di cento anni fa moriva nell'ospedale di Verona, dove era stato ricoverato per una caduta da cavallo, il pittore e scultore futurista

Umberto Boccioni
Alberto Dambruoso |

16 agosto 1916. Ore 20.00 circa.
Esattamente cento anni fa, tra la notte del 16 e le prime luci dell’alba del 17 agosto del 1916, si spegneva all’Ospedale militare di Verona, a causa delle conseguenze di un’accidentale caduta da cavallo, la vita di Umberto Boccioni, pittore e scultore futurista, tra i maggiori artisti italiani del Novecento.
Dopo aver partecipato da volontario nel corso del 1915 alla prima guerra mondiale, arruolandosi nel Battaglione ciclisti di Gallarate e combattendo sul fronte alpino insieme con i suoi compagni dell’avventura futurista Marinetti, Sironi, Sant’Elia, Boccioni era stato richiamato sotto le armi il 24 luglio 1916 e, dal momento che risultava essere ancora residente a Padova dove a lungo aveva vissuto in gioventù, fu affidato a un distretto veneto, e precisamente al XXIX Reggimento di Artiglieria da Campagna, stanziato a Sorte di Chievo, borgo nei pressi di
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata Cippo commemorativo posto nel 1931 sul luogo dove Boccioni venne disarcionato dal cavallo illa Pullè a Chievo, sede all'epoca dell'Ospedale Militare dove Boccioni morì alle prime luci dell'alba del 17 agosto 1916
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