Sicilia, sei anni dopo le gare aggiudicati i servizi al pubblico nei siti culturali

Ma tra gare andate deserte e strutture inadeguate molti musei e aree archeologiche dell'isola rimangono «scoperti»

Il Satiro danzante di Mazara del Vallo
Silvia Mazza |

Palermo. La Neapolis, il Museo Paolo Orsi e la Galleria Bellomo a Siracusa, e poi Taormina e Giardini Naxos e ancora il Chiostro di Monreale, Segesta, Selinunte e Valle dei Templi di Agrigento: ci sono finalmente gli affidamenti dei «servizi al pubblico» nei siti culturali siciliani.
A sei anni da quando furono pubblicate le gare e l’allora assessore ai Beni culturali Gaetano Armao annunciava quella che avrebbe dovuto essere «la più rilevante iniziativa di partenariato pubblico-privato nel settore dei beni culturali in Europa», riuscendo pure a giocare d’anticipo rispetto al Mibact.
Le aggiudicazioni in via provvisoria arrivarono nel gennaio 2012, ma poi ci ha pensato il governatore Rosario Crocetta a bloccare tutto, nell’ora calda dello scandalo Novamusa, concessionaria di gran parte dei siti culturali isolani, condannata nel giugno 2014 dalla Corte dei Conti: le annullò in autotutela nel
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© Riproduzione riservata Il loggiato del Cortile Maqueda a Palermo. A destra il portico della Cappella Palatina. Palazzo Reale © Franco Cosimo Panini Editore L'«Annunciata» di Antonello da Messina, Palermo, Palazzo Abatellis Il teatro antico di Taormina
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