La stazione che divise Firenze

Il progetto di Michelucci e del Gruppo Toscano negli anni Trenta generò accese discussioni

Luca Scarlini |

Il regime fascista scelse Firenze come immagine di una città-laboratorio artistico, negli anni Trenta. La stazione, inaugurata insieme al Maggio Musicale e al fallito monumentale progetto di dramma corale celebrativo della marcia su Roma 18 BL, sono simbolo di questa linea, fortemente sostenuta da Alessandro Pavolini.
Il bel volume collettivo, da poco in libreria, ricostruisce benissimo la battaglia intorno al progetto di Giovanni Michelucci e del Gruppo Toscano, sostenuto da una parte della città e altrettanto vivacemente avversato. Al concorso avevano partecipato anche Giò Ponti (con Tommaso Buzzi) e Ettore Sottsass, senior; il progetto prescelto avrebbe cambiato per sempre la visione della città, a partire dalla distruzione di una serie di case su via Valfonda, su cui vennero impiantate le nuove costruzioni.

La ricca documentazione fotografica permette di seguire la costruzione dell’edificio
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