Dipingere la mente pacificata

Da Alessandra Bonomo i dipinti del monaco buddhista tibetano Drugu Choegyal Rinpoche

Drugu Choegyal Rinpoche, «Hum», gouache su carta, cm 96x64, 2016, Courtesy Galleria Alessandra Bonomo, Roma
Guglielmo Gigliotti |

Roma. Fino al 20 novembre, la Galleria Alessandra Bonomo ospita, sotto il titolo «Observing the mind trough art», la personale del monaco buddhista tibetano Drugu Choegyal Rinpoche.
Nato nel 1947 nel Kham, regione del Tibet, venne riconosciuto da bambino come ottava reincarnazione dell’abate del monastero di Drugu, dove iniziò la sua vita di contemplazione. Quel monastero venne però distrutto, assieme ad altri seimila, durante la repressione cinese nei primi anni Sessanta. È per questo che i ricavati delle sue mostre sono finalizzati a cofinanziare, tra l’altro, la ricostruzione del luogo di preghiera in cui si è scoperto monaco e pittore. Le due cose vanno infatti insieme in lui, nel rispetto della plurimillenaria tradizione buddhista del monaco artista: a venir ritratti sono stati della mente nella condizione di meditazione e liberazione, sono visioni estatiche di rasserenamento e poetico
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