Ippolito Caffi il pittore reporter

Una mostra al Castello di Miramare di Trieste celebra l'artista bellunese, inventore di spettacolari notturni

Myriam Zerbi |

Trieste. Che cosa accomuna il destino di Ippolito Caffi (1809-66), irrequieto e temerario pittore bellunese, geniale inventore di spettacolari scene notturne in cui il buio si accende e brilla di fuochi e Massimiliano d’Asburgo, vicerè del Lombardo-Veneto e ammiraglio della marina austriaca che a Trieste, sullo sperone carsico a picco sul mare si costruisce il Castello e il parco di Miramare tutto scorci e effetti di luce tra natura e artificio? Il gusto del sublime, le suggestioni e le inquietudini del viaggiare che, uno con la pittura e uno con le parole (Massimiliano scrive pittoreschi diari di viaggio) sanno raccontare. Si incrociarono in vita quando fu chiesto a Caffi di documentare l’accoglienza preparata al vicerè per il suo notturno arrivo a Venezia (ne nacque il quadro conservato a Miramare), si reincontrano idealmente oggi nel castello triestino dove Annalisa Scarpa, studiosa di riferimento
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© Riproduzione riservata Ippolito Caffi, «Neve e nebbia nel Canal Grande», 1840, Museo d'Arte Moderna, Ca' Pesaro, Venezia Ippolito Caffi, «Istmo di Suez», Venezia, Ca' Pesaro Ippolito Caffi, «Egitto. Riposo di una carovana», 1844, Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna
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