Roma, Porticus Aemilia rinasce nel parco archeologico

Porticus Aemilia. Foto di B. Fruttini
Federico Castelli Gattinara |

Roma. Lungo quasi cinquecento metri e largo sessanta, la Porticus Aemilia era uno degli edifici pubblici più monumentali della Roma Repubblicana. Costruita a partire dal 193 avanti Cristo insieme al nuovo porto fluviale (Emporium), come luogo di stoccaggio delle merci, visse con varie utilizzazioni per mezzo millennio. Il complesso contava cinquanta navate in opera incerta di tufo (uno dei più antichi casi di impiego di questa tecnica costruttiva) coperte da volte a botte e digradanti verso le sponde del Tevere. Dopo oltre cinquant’anni di degrado totale (immondizia, baracche ecc.) e tre anni di scavi della Soprintendenza archeologica di Roma insieme al Koninklijk Nederlands Instituut Rome, oggi un’area di 1.200 metri quadrati che collega tre strade del quartiere Testaccio e contiene i resti di questa grandiosa struttura, è diventata un piccolo ma prezioso parco pubblico aperto dall’alba al
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© Riproduzione riservata Porticus Aemilia. Foto di B. Fruttini Frammento marmoreo di Forma Urbis (il catasto romano) che riporta in termini grafici la Porticus Aemilia. Di questo nome compaiono le ultime tre lettere. Porticus Aemilia. Foto di B. Fruttini
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