Il rigore e la grazia del Seicento a Firenze

Nelle nuove sale espositive della Cappella Palatina di Palazzo Pitti in mostra le poco conosciute opere della Compagnia di San Benedetto Bianco

Agostino Melissi(1615/1616-Firenze, 1683), Flagellazione di Cristo alla colonna, olio su tela,1653, Firenze, Seminario Arcivescovile
Giovanni Pellinghelli del Monticello |

Firenze. Fino al 17 maggio la mostra «Il rigore e la grazia. La Compagnia di San Benedetto Bianco nel Seicento fiorentino» nelle nuove sale espositive della Cappella Palatina di Palazzo Pitti (realizzata dal granduca Pietro-Leopoldo di Lorena, poi imperatore Leopoldo II, e ancor oggi luogo di culto) non solo ripresenta al pubblico opere sacre poco conosciute e ancor meno esposte, ma unisce tutela del patrimonio artistico fiorentino e sua valorizzazione, in virtù dei restauri appositamente compiuti sia delle tele di importanti artisti del Seicento fiorentino sia degli ambienti attigui alla Cappella, inseriti da questa mostra nel Museo degli Argenti.

Le opere esposte provengono dal patrimonio della Compagnia di San Benedetto Bianco, fra le più esclusive aggregazioni laicali che riuniva membri delle più illustri famiglie fiorentine, a partire da casa de’ Medici, all’intelligentsja cittadina, teologi,
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© Riproduzione riservata Vincenzo Dandini (Firenze, 1609-75), Cristo caduto sotto la croce, olio su tela, 1646, Firenze, Seminario Arcivescovile
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