Un museo all’avanguardia già negli anni Venti

Finalmente l’Europa rende merito a Kobro e Strzemiński, i pionieri dell’idea tutta nuova di museo inteso come luogo di studio, informazione, educazione

Flaminio Gualdoni |

E per fortuna finalmente si iniziano a documentare in modo decoroso anche «les avant-gardes s’inscrivants au-delà de l’Europe occidentale»: anche se, per la verità, non si capisce perchè tutte le faccende delle avanguardie russe e sovietiche le consideriamo fisiologicamente occidentali, mentre quelle polacche, maturate in una terra che è stata protagonista suo malgrado di complicati casini storico-politici ma si è nutrita di cultura tedesca ben più che russa, dovrebbero essere «au-delà».

Che il Pompidou dedichi infine, a ottobre, una mostra a Katarzyna Kobro e a Władysław Strzemiński, classica «coppia nell’arte e nella vita», è un gran bel fatto, e per varie ragioni. Chi se li ricorda, e in verità non sono molti, li colloca nel proprio casellario mentale dalle parti dell'associazione di artisti Cercle et Carré. di Michel Seuphor e Joaquín Torres García e del collettivo
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