La lezione di un rivoluzionario

Al Monte di Pietà le novità di Galileo riflesse nell’arte

Cristiano Banti, «Galileo davanti all’Inquisizione», 1857, Carpi, Palazzo Foresti
Elena Franzoia |  | Padova

Le vastissime ripercussioni della lezione galileiana non mancarono di riverberarsi sui linguaggi artistici, in quel passaggio epocale che vide l’astrologia trasformarsi in astronomia, la superstizione in scienza. Non è dunque un caso che la grande mostra che dal 18 novembre al 18 marzo Giovanni Carlo Federico Villa e Stefan Weppelmann curano presso il Monte di Pietà di Padova si intitoli «Rivoluzione Galileo». Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra ricostruisce vita e carattere del grande scienziato che visse nella città veneta i diciotto anni più felici della sua vita, grazie alla libertà concessagli da quell’Università patavina che lo ricorda con un fitto programma collaterale di iniziative, incontri e approfondimenti.

Al Monte di Pietà capolavori assoluti dell’arte occidentale (tra gli altri, la «Mappa celeste boreale» e la «Mappa celeste australe» di
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